Nel dopogara dell’Olimpico la parte più divertente della sua conferenza Josè Mourinho la lascia alla fine quando, a proposito dell’utilizzo di Dybala dal primo minuto, dice: ”Lo sapete perfettamente che questa partita se oggi non l’avessimo vinta, il Colosseo sarebbe esploso, oppure ci ci sarebbe stato un attacco a San Pietro…”
Questa invece l’analisi più approfondita della partita di Mou: ”’Nel primo tempo abbiamo concesso al Frosinone un paio di buone opportunità, ma avevamo a centrocampo un ragazzo che è arrivato due mesi fa… A livello di squadra pero’ i due esterni hanno fatto un bel lavoro dal punto di vista difensivo, Bove e Paredes pure hanno fatto un grandissimo sforzo ed i due attaccanti ci hanno dato una mano anche senza palla… Siamo stati squadra! E questa è una cosa che a me piace sempre! E siamo stati squadra contro una squadra che di serie B non ha niente: Il Frosinone è un’ottima squadra, organizzata benissimo, con giocatori di qualità. Oggi comunque al di là del fatto che avremmo vinto o meno, volevo che la squadra si mostrasse unita e sono contento perchè lo abbiamo fatto. Il mio contributo oggi c’è stato nell’aver portato la squadra a questa gara in uno stato d’animo perfetto, perchè dopo la frustrazione, la pressione e le critiche non puoi entrare in una partita come questa solo con il cuore: perchè se entri solo col cuore (come conseguenza di quanto successo negli ultimi giorni) tu questa partita non la vinci… Perchè per vincerla naturalmente devi alzare tutti i livelli di intensità e di concentrazione, ma devi equilibrare dal punto di vista delle emozioni: non puoi entrare in campo e prendere un ”rosso” solo perchè l’allenatore chiede più aggressività… Non puoi perdere la testa quando il risultato è sullo 0-0 o quando rimane a lungo sull’1-0… Io penso che sono riuscito a trasmettergli questo equilibrio, sono entrato bene dentro la testa del gruppo, poi tatticamente quando si vince si fa bene e quando si perde si fa male… Quando nel primo tempo il Frosinone ha avuto quelle due occasioni, noi non siamo andati nel panico e siamo riusciti a controllare a livello emozionale. Nel secondo tempo poi abbiamo cercato sempre il 2-0, rimanendo tanto tempo avanti solo 1-0, ma un 1-0 in totale controllo. Poi col 2-0 la partita è finita. Questo non era il giorno giusto per fare una partita meravigliosa: impossibile! Non avevamo nè la freschezza fisica, nè quella mentale per riuscirci…”

Mou usa l’arma dell’ironia per punzecchiare poi certa stampa disfattista: ”Io pensavo che sarei stato anche responsabile nel caso in cui Romelu Lukaku non avesse segnato… Però almeno nessuno mi può accusare di questo, perchè Romelu ha continuato a segnare… Romelu segna qua, segna al Manchester, segna all’Inter e segna dove va… Romelu è Romelu, per fortuna io non sono un allenatore capace di distruggere la sua capacità di segnare…”.
Quindi, lo Special One torna sulle parole di ieri: ”Tre mesi fa ero l’Amato, il Voluto… Tre mesi fa c’era il panico, c’era la paura che io me ne andassi dalla Roma… In tre mesi la situazione è cambiata totalmente… Devo dire che abbiamo avuto un’inizio di campionato a livello di risultati orribile, però devo anche dire che questo è dovuto ad una concomitanza di fattori…”.

Cambiando poi argomento, Josè si sofferma a parlare di alcuni  degli ultimi arrivati, a partire da N’dicka: ”Evan viene dalla Bundesliga, che è un calcio completamente diverso da questo. Giocava ”a tre”, ma con dei princìpi di gioco completamente differenti… Io continuo a dire che il calcio italiano è quello più tattico di tutti! Qualche volta vedo squadre in altri campionati con grandissimi giocatori e mi sembra che siano quei grandissimi giocatori a rendere grandi le loro squadre, perchè per me è l’Italia il Paese in cui di più gli allenatori riescono tatticamente a mettere in difficoltà squadre più forti. Per un ragazzo come N’dicka che viene dalla Bundesliga non è facile: poi c’è anche la sua natura: è veloce, ha una grandissima gamba sinistra, è bravo a trovare gli spazi tra le linee e quando è in fiducia gioca meglio, ma non è fortissimo nei duelli individuali e deve migliorare. Dal punto di vista mentale invece la responsabilità non è dei nuovi arrivati: è nostra, che dobbiamo fare capire loro come adattarsi al nostro gioco.
Un altro ragazzo che ha bisogno di adattamento è Aouar: con la palla è bravo, senza deve ancora conoscere le nostre dinamiche difensive, deve sapere che in fase di non possesso difendiamo con una linea a tre e non a ”due più uno”. Ci vuole tempo per i nuovi, al di là di Lukaku, che è un giocatore di livello altissimo che sa tutto… Quello invece che a livello tattico è più avanti è Renato Sanches: quando ha giocato lo avete visto… Per gli altri c’è bisogno di lavoro, di tempo e di risultati positivi, perchè questi aiutano i giocatori a crescere. Questi due giorni sono stati duri e sono molto contento per i ragazzi che si meritano questa vittoria”.

Poi una notizia su Dybala: ”Non giocherà giovedì col Servette: è arrivato al limite: oggi era una partita cruciale per noi, è ovvio che col Frosinone non l’avrei mai fatto giocare se lui mi avesse detto: ”Mister, non ce la faccio”, ma lui mi ha detto esattamente l’opposto, mi ha detto ”Ce la faccio: o sì, o sì”. Quando lui è uscito, io gli ho detto: ”Adesso decido io: giovedì no o no”.

In chiusura due parole sui lungodegenti romanisti Sanches e Smalling: ”Dopo la sosta spero di riaverli entrambi: Renato sicuro dopo la sosta, per Smalling sarebbe un miracolo se riesce ad arrivare a Cagliari… Non so, magari ci può dare una panchina che ci potrà aiutare, come per esempio ha fatto Rugani nella Juve, che ha giocato 10 minuti. Se Chris può fare questo per noi a Cagliari, sarebbe perfetto. Sennò dovremo aspettare la sosta”.

 

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Ciao! Mi chiamo Livio Cellucci ed ho conseguito la maturità scientifica nel 1999. Ho poi preso parte ad un corso di telecronista sportivo nel 2000 e, nell‘ottobre dello stesso anno, ho iniziato una collaborazione giornalistica con "Il Corriere Laziale”. Presso questa testata, mi sono occupato di calcio giovanile a livello provinciale e regionale per il biennio 2000-2002 redigendo oltre 100 articoli di cronaca sportiva. Dal gennaio 2003 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Da allora ho continuato a collaborare con Il Corriere Laziale, svolgendo anche il compito di raccolta ed inserimento dei risultati sportivi. In questi anni, ho preso parte anche ad un corso di Gestione degli archivi aziendali ed ho ampliato le mie conoscenze linguistiche, conseguendo nel 2004 un Diploma di Spagnolo presso l'Istituto “Cervantes”. Tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005 ho inoltre preso parte ad un “Master di Telecronista Sportivo” presso la FORMASS Television, il cui direttore didattico è Bruno Longhi, noto volto televisivo di Mediaset. Altri insegnati del corso erano Marco Civoli e Maurizio Compagnoni, altrettanto noti giornalisti tv rispettivamente di Rai e Sky. Attualmente frequento il 3° anno del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università “La Sapienza” di Roma. - Tra i miei interessi c’è sicuramente tutto ciò che riguarda la comunicazione ed i mass-media, oltre ad una grande passione per lo sport e ad un grande interesse per la politica, l’attualità, la musica e per tutto ciò che succede nel mondo. Nel 2008 ho iniziato a collaborare attivamente con SoccerHouseTv.it come corrispondente da Trigoria e dallo Stadio Olimpico, per seguire la Roma. Parallelamente dal 2010 ho avuto anche alcune esperienze nel giornalismo web e social con Vavel e SuperNews e come gestore di un giornale radio. Nel 2019 nasce l'idea di un mio portale web dedicato allo sport di Roma e provincia. Nel 2020 prende finalmente forma e viene pubblicato Sportivamente Roma.