La Roma esce dall’Europa League con una vittoria per 3-2 sul Manchester United: troppi danni erano stati fatti dai giallorossi nel secondo tempo della gara dell’Old Trafford, per sperare di poter davvero risistemare le cose all’Olimpico, a maggior ragione per una squadra così fragile come la Roma attuale. Tuttavia, con un pizzico di fortuna in più, con un arbitraggio diverso e con un De Gea meno in giornata di grazia, probabilmente questa doppia sfida tra Roma e Manchester avrebbe potuto avere anche un finale diverso: è infatti indiscutibile che, sul 2-1 per i giallorossi, e con mezz’ora ancora da giocare, la squadra di Fonseca ha confezionato due palle goal colossali, con lo United che deve ringraziare molto proprio il suo estremo difensore, capace di tenere in partita i Red Devils, nonostante lo sbandamento generale dei compagni di squadra nella fase cruciale del match. Finisce dunque 3-2 per i giallorossi, col goal vittoria del giovanissimo Zalewski, classe 2002 ed all’esordio assoluto con la Roma. Tra le note più positive della serata, la prestazione di carattere della squadra capitolina, al netto delle sbavatire difensive, ma meritano certamente una menzione di merito proprio i due giovanissimi talenti messi in mostra dalla squadra di Fonseca: Zalewski appunto, e Darboe: la strada della rivoluzione di Mourinho siamo certi che potrà passare anche per questi due ragazzi, uniti ovviamente a tanto, tanto altro…
Per la sfida dell’Olimpico, Fonseca deve fare i conti con i tantissimi acciacchi e problemi muscolari che stanno falcidiando la Roma in questo finale di stagione: ecco dunque Mirante tra i pali e davanti a lui c’è il ritorno della difesa a 4, con Bruno Peres e Karsdorp larghi e Smalling – Ibañez al centro. Davanti a loro ci sono poi Mancini e Cristante a dare sostanza, con Mkhitaryan, Pellegrini e Pedro a dare fantasia ed a cercare di servire Edin Dzeko, terminale offensivo. Sull’altro fronte, Solskjaer se la gioca anch’egli col 4-2-3-1, con la novità di Van de Beek in mezzo al campo, mentre in avanti ci sono Greenwood, Bruno Fernandes e Pogba alle spalle di Cavani.

 

PRIMO TEMPO – La gara prende il via al fischio di Brych e la partenza della Roma è fortissima: dopo soli 3 minuti infatti De Gea deve già fare gli straordinari su Mancini e sulla ribattuta di Cristante. Roma dunque vicinissima al goal già in due occasioni. Ma non è finita, perchè nell’azione successiva è Mkhitaryan a cercare il goal di testa da buona posizione, ma l’ex Manchester manda sull’esterno della rete. La partenza a spron battuto dei giallorossi porta quindi Pellegrini a calciare dal limite dell’area col sinistro, ma la palla è fuori. Il Manchester è completamente frastornato ed un minuto dopo Karsdorp soffia il pallone a Shaw sulla fascia e lo serve poi in mezzo, ma De Gea è bravo ad intervenire ed a salvarsi in angolo. All’11’ poi, complice anche un arbitraggio discutibile, inizia ad uscire fuori la squadra di Solskjaer: Cavani abbatte Mancini, Brych lascia giocare e l’ex attaccante del Psg serve allora sulla sinistra Bruno Fernandes, cross di questi a cercare Greenwood, ma la palla è lunga e l’azione sfuma. La Roma torna poi in attacco con Pedro, l’ex Chelsea conquista palla al limite e calcia di prima intenzione, ma il suo tiro è alto. Torna poi ancora protagonista negativo l’arbitro Brych: Wan-Bissaka travolge con grandissima irruenza Bruno Peres, l’entrata meriterebbe nettamente il rosso, ma il direttore di gara a fatica fischia la punizione e con estrema calma si limita a tirare fuori solamente un ”giallo”, graziando l’esterno mancuniano. Lo scenario muta poi improvvisamente al 20′: Cavani parte in profondità, la trappola del fuorigioco della difesa romanista non funziona come dovrebbe e il Matador va vicinissimo al goal con un pallonetto che trova però solo la parte alta della traversa. Lo stesso Edinson ci riprova 6′ più tardi, ancora in contropiede: l’attaccante se ne va e punta la porta, destro secco e Mirante respinge in calcio d’angolo. Alla mezz’ora poi ecco un’altra grana per i giallorossi: Smalling torna ad accusare una noia muscolare e Fonseca è costretto a toglierlo, al suo posto c’è il giovanissimo Darboe, che dopo l’ingresso al Marassi fa il suo debutto anche in Europa, mostrando tra l’altro grande personalità. Dzeko prova intanto ad accendere Mkhitaryan, ma il colpo di testa dell’armeno non inquadra la porta. La Roma però ora è di nuovo alla ricerca insistita del goal del vantaggio: al 34′ ci prova Dzeko, ma viene murato dai difensori, mentre sulla ribattuta ci prova Pellegrini col sinistro, ma De Gea respinge, salvando nuovamente la propria porta. Un minuto dopo il capitano romanista ci prova anche come assistman per Mancini, ma il portiere spagnolo è pronto anche sul colpo di testa di Mancini e la situazione non si sblocca. Si sblocca invece appena 3 minuti più tardi nell’altra area, con Cavani che ancora una volta si fa beffe del fuorigioco avversario, con Ibañez che nella circostanza ci mette anche molto del suo, ed a quel punto per El Matador è un gioco da ragazzi infilare alle spalle di Mirante lo 0-1 al 38′. Con la Roma ancora stordita, tre minuti dopo Greenwood ha anche il pallone per chiudere definitivamente la pratica capitolina, ma il suo diagonale di destro esce di poco a lato. Mkhitaryan capisce che i suoi compagni sono in un momento di difficoltà psicologica e prova allora a scuoterli, ma De Gea respinge anche il tiro del numero 77. La Roma pero’ in questi ultiimi minuti è scoraggiata, così è lo United a prendere quota: ci prova Bruno Fernandes in due circostanze, ma nella prima non gli riesce un’acrobazia aerea, mentre nella seconda l’ex doriano conclude a lato.

SECONDO TEMPO – Dopo le difficoltà del primo tempo, onde evitare guai ben peggiori, Soskjaer si gioca la ripresa senza Shaw (spesso in difficoltà) e Wan-Bissaka (ammonito): al loro posto ecco Telles e Williams. Come nei primi 45′, la partenza è tutta della Roma: Cristante ci prova da fuori area e De Gea para. La Roma si innervosisce poi due minuti dopo, quando Brych non sanziona col rigore un evidente tocco di braccio in area di Maguire su cross di Pedro: il penalty è solare, ma il direttore di gara ancora una volta decide di mettersi in luce nel modo sbagliato, lasciando correre. La Roma torna poi a farsi insidiosa con un tiro-cross di Pellegrini, ma De Gea para ancora. Al 57′ pero’ neanche l’ex portiere dell’Atletico può fare nulla per evitare il pari della Roma: Mkhitaryan crossa sulla destra, Pedro di controbalzo la ributta nel mezzo e Dzeko di testa fa 1-1. Il goal dà una bella scossa di adrenalina alla Roma e nel giro di soli 3 minuti i giallorossi segnano ancora: stavolta è Cristante a scaraventare in rete alle spalle di De Gea il pallone del sorpasso romanista. La Roma inizia a questo punto a sognare l’incredibile impresa, mentre la squadra di Solskjaer è lì incredula che non riesce a capire cosa stia succedendo in campo. E la gara in effetti è davvero ad un punto di svolta, perchè al 61′ Dzeko di testa e Pedro sulla ribattuta vengono ancora neutralizzati da due interventi decisivi di De Gea, che nega così il 3-1 alla Roma. Ma non è finita, perchè la squadra di Fonseca, ormai in piena trance agonistica, nell’azione successiva va ancora vicinissima al terzo goal che avrebbe davvero rimesso in discussione la qualificazione: stavolta è Pedro a crossare per Pellegrini ed il tiro del capitano giallorosso viene respinto nuovamente da De Gea, col pallone che poi prende il giro sbagliato e danza parallelo alla linea di porta, per poi uscire. Roma dunque ad un passo dal punto di svolta e Manchester ad un passo dal burrone. Solskjaer capisce che deve intervenire se vuole evitare impensabili sofferenze: ecco allora Matic per Pogba. Col nuovo riequilibrio tattico, i Red Devils tornano a respirare e Bruno Fernandes prova anche a calciare in porta, ma Mirante respinge. Quindi, il fantasista serve Greenwood, il cui tiro termina però a lato. Si fa intanto male anche Bruno Peres: nuovo problema dunque per Fonseca, che ha già perso per infortunio Smalling. Nell’immediato tuttavia il brasiliano stringe i denti e rimane in campo, giusto il tempo di vedere l’altro Bruno della partita, Fernandes,  servire sulla testa di Cavani la palla del 2-2 del Manchester. Entra intanto Santon per Bruno Peres, mentre in campo iniziano ad accendersi gli animi e saltano i nervi a Cavani da una parte ed a Karsdorp dall’altra. Brych anche qui interviene con grande ritardo, limitandosi ad estrarre due ”gialli”. Solskjaer, che è stato uomo di campo, capisce che per Cavani la partita è meglio che finisca qui, ed al suo posto fa entrare Rashford. Al 73′ poi si torna a vedere un pò di calcio giocato, Pellegrini serve in profondità Mkhitaryan e l’ex fantasista del Manchester colpisce il palo. Nè va meglio poco dopo alla Roma sull’asse Pellegrini-Dzeko, col colpo di testa di Edin che finisce alto. Per gli ultimi 13 minuti europei dell’anno Fonseca inserisce poi Mayoral (alla ricerca di un goal per diventare capocannoniere in solitaria), ed inserisce anche il giovanissimo Nicola Zalewski, classe 2002 e talento dal grande avvenire: proprio il giovane italo-polacco fa subito capire di che pasta è fatto: all’83’ calcia al volo in porta su cross di Santon e segna al debutto il goal del 3-2 per la Roma, con l’involontaria partecipazione anche di un difensore mancuniano. Negli ultimi 6 minuti Il Manchester, con la qualificazione ampiamente in tasca, fa comunque di tutto per non uscire sconfitto dall’Olimpico e Solskjaer per pareggiare si affida anche a Mata, ma l’occasione più grande per segnare nel finale tocca ancora alla Roma con Cristante, che ci prova di prima intenzione, ma De Gea gli nega la gioia della doppietta personale e respinge. Prima del fischio finale di Brych c’è infine tempo per vedere al tiro anche Rashford, ma Mirante para. Finisce 3-2 per la Roma una gara bella, ma che sarebbe potuta essere leggendaria se solo all’andata la Roma non avesse fatto harakiri da sola. Siamo sicuri che José Mourinho, guardando giocare la sua futura squadra contro il suo passato, avrà preso i suoi appunti…

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Ciao! Mi chiamo Livio Cellucci ed ho conseguito la maturità scientifica nel 1999. Ho poi preso parte ad un corso di telecronista sportivo nel 2000 e, nell‘ottobre dello stesso anno, ho iniziato una collaborazione giornalistica con "Il Corriere Laziale”. Presso questa testata, mi sono occupato di calcio giovanile a livello provinciale e regionale per il biennio 2000-2002 redigendo oltre 100 articoli di cronaca sportiva. Dal gennaio 2003 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. Da allora ho continuato a collaborare con Il Corriere Laziale, svolgendo anche il compito di raccolta ed inserimento dei risultati sportivi. In questi anni, ho preso parte anche ad un corso di Gestione degli archivi aziendali ed ho ampliato le mie conoscenze linguistiche, conseguendo nel 2004 un Diploma di Spagnolo presso l'Istituto “Cervantes”. Tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005 ho inoltre preso parte ad un “Master di Telecronista Sportivo” presso la FORMASS Television, il cui direttore didattico è Bruno Longhi, noto volto televisivo di Mediaset. Altri insegnati del corso erano Marco Civoli e Maurizio Compagnoni, altrettanto noti giornalisti tv rispettivamente di Rai e Sky. Attualmente frequento il 3° anno del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l'Università “La Sapienza” di Roma. - Tra i miei interessi c’è sicuramente tutto ciò che riguarda la comunicazione ed i mass-media, oltre ad una grande passione per lo sport e ad un grande interesse per la politica, l’attualità, la musica e per tutto ciò che succede nel mondo. Nel 2008 ho iniziato a collaborare attivamente con SoccerHouseTv.it come corrispondente da Trigoria e dallo Stadio Olimpico, per seguire la Roma. Parallelamente dal 2010 ho avuto anche alcune esperienze nel giornalismo web e social con Vavel e SuperNews e come gestore di un giornale radio. Nel 2019 nasce l'idea di un mio portale web dedicato allo sport di Roma e provincia. Nel 2020 prende finalmente forma e viene pubblicato Sportivamente Roma.